mercoledì 13 gennaio 2010

Incubo

Sono le due di notte... Un'altra notte in cui non voglio andare a letto. Ho paura dei pensieri, ho paura dei sogni che mi assalirebbero sicuramente se ci andassi ora.

Fumo l'ennesima sigaretta seduto sul divano con il portatile appoggiato sulle gambe e da cui proviene l'unica luce che illumina la stanza. Mi distraggo come posso. I soliti siti, la fattoria di Farmville, e i siti di incontri. Rispondo ai messaggi con cortesia e distacco.

Leggo una frase su Facebook che temo non mi farà dormire per tutta la notte. L'ennesimo rospo da ingoiare, l'ennesima batosta che mi fa vomitare.

Dalla rabbia vorrei prendere il telefono e fare qualcosa di apocalittico. Scardinare certezze e punti fermi, distruggere un mondo fatto di menzogne e nascondini, squarciare un velo di ipocrisia e far precipitare tutto in un incubo. Potrei farlo... invece passo oltre... leggo un po', ecco, mi sono calmato, il sonno arriverà.

A quest'ora i miei pensieri diventano anche molto sessuali. Penso alle sue mani grandi e forti, a come mi hanno stretto a lui. Ricordo il contatto col suo corpo, il suo profumo, mi sembra di sentirlo ancora addosso. E' stato un errore, forse, non c'era alcun sentimento... Ma ho dato sfogo ad un desiderio per troppo tempo soffocato. Che importanza può avere se a soddisfare questo desiderio è stato uno sconosciuto piuttosto che chi davvero avrei voluto vicino a me?
E ricordo un altro abbraccio, questo sì pieno di sentimenti, una richiesta di affetto, uno scambio reciproco di calore. Vorrei essere per lui come un'isola felice in cui rifugiarsi. Vorrei che fosse per me una presenza stabile e affidabile.

Gli occhi mi si chiudono, lo stordimento è sufficiente, mi trascino su per le scale, so già che domani sarà dura in ufficio... spengo la luce. E domani?

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