martedì 20 ottobre 2009

Il senso di Giacobbo in tv...



Corro in aiuto di un'amica, ferita dalla cattiveria di chi la domenica tenta da sempre di portare nella propria disperazione tutti quelli che gli capitano a tiro.

Parliamo, parliamo... di noi. Lei piange, io cerco di farla ridere con un po' di autoironia sui miei capelli e raccontandole le mie vicissitudini sentimentali tra il serio e il faceto. Mi colpisce una sua frase:

"Da quando ti conosco, c'è sempre stato un uomo nella tua testa, e quell'uomo non eri mai tu".

Mi incita a prendermi maggior cura di me stesso, a coccolarmi un po' di più, a proteggermi e ad essere più ottimista, a non dare tutto per perduto prima del tempo, ma in ogni caso di non vivere in funzione di un'altra persona.

Non so se le due ore passate a parlare l'abbiano aiutata, i suoi problemi di relazione sono decisamente complicati e io so farla ridere nonostante tutto, ma sono anche una delle poche persone con cui può affrontare certi argomenti per lei molto dolorosi.

Di sicuro lei ha aiutato me. Non mi è mai piaciuto analizzarmi troppo, agisco spesso impulsivamente ed è molto raro che io mi soffermi a pensare sul perchè di certe mie reazioni. Ad essere sincero, non ho mai creduto molto utile riflettere sul perchè provo certe emozioni, il comprenderlo non mi aiuta a domarle e ho sempre trovato un po' di fascino nel mio spirito bohemien, libero e disperato, pazzo e melodrammatico.

Ma forse in certi momenti è giusto fermarsi un attimo e prendersi del tempo per riflettere e pensare. E' giusto che io cerchi di capire, ad esempio, che cosa mi fa stare bene. Chiedermi perchè mi basta una telefonata per farmi tornare il sorriso, o un sms per rattristarmi.

Ho voglia di continuare a ridere e di circondarmi di persone positive, di vivere passioni forti, ma se una sera mi sento di stare a casa a guardare Giacobbo in tv, che Vojager sia...

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