venerdì 17 aprile 2009

La storiella di Cappuccetto Biondo

C'era una volta Cappuccetto Biondo. La mamma le chiese di portare un cesto alla nonna che abitava dall'altra parte del bosco.
- Mi raccomando Cappuccetto Biondo, porta il cesto alla nonna che ne ha tanto bisogno e stai bene attenta a non fermarti a parlare con nessuno perchè potrebbe essere molto pericoloso.
- Va bene mammina!
- E un'ultima cosa Cappuccetto Biondo. Non aprire mai il cesto finchè non sarai arrivata dalla nonna. E' molto importante o tutta la fatica che farai per portarlo sarà inutile.
- Ho capito mammina, vado e per cena sarò a casa.

Cappuccetto Biondo si incamminò nel bosco. Era un bosco molto fitto, la luce filtrava appena e il sentiero non era ben ripulito da sterpaglie e radici. Il grosso cesto che la mamma le aveva consegnato pesava tantissimo, con le due manine faceva molta fatica a reggerlo ed era così ingombrante da ostacolarle la vista. Fu per questo che non si accorse che sul ciglio del sentiero, poco prima di una piccola radura illuminata dal sole, un castoro grosso grosso con delle zampe pelosissime era intento a giocherellare con delle carte su un banchetto. Quando Cappuccetto Biondo lo vide, stupita gli chiese:
- Che gioco fai con quelle carte?
- E' un gioco semplice semplice - rispose il castoro - devi solo trovare la regina di cuori tra queste tre carte. Se indovini io ti darò questo gioiello, ma se perdi mi prenderò tutti i tuoi soldi - E dicendolo mostrò a Cappuccetto Biondo una splendida collana d'oro impreziosita da diamanti grossi come noci.
- Io non ho soldi con me - rispose Cappuccetto Biondo.
- Allora puoi scommettere il contenuto del tuo cesto, sembra interessante - rispose il castoro guardando il grande cesto con aria famelica.
Cappuccetto Biondo era molto tentata. Aveva sempre sognato una collana e quella era molto più bella delle collane di fiori che le faceva la mamma per gioco, ma rifiutò sapendo bene che alla nonna il misterioso contenuto di quel cesto serviva davvero.
Il castoro un po' si offese, ma Cappuccetto Biondo fu irremovibile e così prima di salutarla, mosso a compassione per il grosso fardello che trasportava e la lunga strada che doveva percorrere, le diede questo consiglio:
- Ti lascio andare, sei stata gentile a fermarti a parlare con me e prima che tu vada voglio darti un consiglio che spero ti sarà utile durante il tuo cammino. Impara ad essere indipendente più che puoi dagli altri, costruisciti un tuo mondo, perchè quello nessuno potrà portartelo via, molta gente entrerà a farne parte e alcuni ne usciranno, ma sarà sempre tuo e ci vivrai bene anche da sola. Non hai voluto rischiare quello che hai per la mia collana e questo è saggio, ma ricordati che alle volte bisogna avere il coraggio di rischiare, di dare un calcio a tutto per ricomiciare.
Cappuccetto Biondo lo ringraziò e proseguì il suo cammino.

Giunta nella piccola radura illuminata dal sole si accorse che in realtà era il giardino di una piccola casa col tetto di paglia. Sulla porta di casa, una vecchina dal naso molto lungo sembrava la stesse aspettando.
- Dove vai piccolina con quel cesto pesante pesante?
- Vado a trovare la mia nonnina. Tu chi sei?
- Io sono solo una vecchia sola che vive in questo posto sperduto.
- Mi spiace, ti senti sola? - chiese Cappuccetto Biondo
- Sì molto sola! Ti va di farmi compagnia? Io non ho una nipotina che mi porti un cesto con tante cose buone dentro.
Cappuccetto Biondo era visibilmente dispiaciuta per la vecchina, entrò in casa sua e si sedette mentre la vecchina le preparava un buon tè caldo. Stava proprio bene in quella casa, e dopo il tè le venne voglia di fare anche un pisolino.

Stava quasi per addormentarsi quando le venne in mente la nonna che la stava aspettando e aveva bisogno di tutte le cose contenute in quel cesto. Si alzò in fretta appena in tempo per vedere la vecchina avvicinarsi curiosa al cesto per la nonna.
- Già te ne vai? - Chiese la vecchia visibilmente dispiaciuta
- Mi dispiace, ma devo andare dalla nonna a portarle il cesto.

La vecchina si soffiò rumorosamente il naso, insistette ripetutamente perchè Cappuccetto Biondo restasse, ma lei fu irremovibile, pensava soltanto alla nonna e si rimproverava di aver perso del tempo, fuori era già quasi buio ormai.

Prima che Cappucceto Biondo lasciasse la casetta col tetto di paglia, la vecchina le disse:
- Mi spiace che te ne vai, sono stata bene con te anche se per poco tempo, ma non sono io la tua nonnina ed è giusto che tu vada da lei. Ricordati sempre di essere te stessa, di non scordarti mai quello che vuoi e non lasciare che niente e nessuno ti distolga dai tuoi obiettivi. Non camuffare mai quello che sei per far piacere agli altri e non permettere a nessuno di cambiarti.
Cappuccetto Biondo la ringraziò e corse via col suo cesto pesantissimo di nuovo dentro al bosco.

L'imbrunire rendeva le fronde degli alberi minacciose e le ombre mosse dal vento facevano sussultare Cappuccetto Biondo ad ogni passo. Sentiva il cesto sempre più pesante con le braccia ormai stanche. Strani animali comparivano sul ciglio del sentiero, alcuni con lunghe braccia che tentavano di afferrare Cappuccetto Biondo, altri che al suo passaggio sogghignavano come per schernirla, altri ancora la invitavano in posti meravigliosi dentro al bosco, ma in realtà si capiva bene che quei posti meravigliosi non esistevano.

Cappuccetto Biondo correva senza prestare loro attenzione. Si sforzava di non dar peso alla stanchezza.

Uno strano animale ad un tratto le si parò d'innanzi. Era alto alto, e aveva un musetto dolce con una criniera bionda che illuminava il sentiero ormai quasi totalmente buio. Cappuccetto Biondo lo guardò estasiata. Era la creatura più bella che avesse mai visto.
- Come ti chiami? - Le chiese.
- Io mi chiamo Cappuccetto Biondo, e tu?
- Non ha importanza come mi chiamo, vedrai che quando mi girerò non lo vorrai più sapere - E così dicendo si girò e Cappuccetto Biondo vide che quella creatura dietro era in realtà un mostro orrendo la cui criniera era un rovo di spine e il volto era marcescente - Visto? La tua faccia dimostra il tuo orrore - e pianse.
Cappuccetto Biondo capì la tristezza di quella creatura e ne provò compassione.
- Come ti chiami? - Gli chiese di nuovo e gli sorrise.
- Mi chiamo Rex, grazie bambina per la tua gentilezza. Io so molte cose di te, posso leggere nella tua mente e so che hai una missione da portare a termine. Non ti tratterrò oltre, le nostre vite del resto non sono fatte per unirsi, ma sono felice che si siano incrociate per un attimo. Io torno dai miei simili nel bosco tu prosegui per il sentiero, non ti manca molto.
Cappuccetto Biondo lo salutò e disse - Tornerò a trovarti un giorno e magari potremo diventare amici, anche se non so niente di te tranne il tuo nome a me farebbe piacere. Ora devo scappare dalla nonna. A presto! - E così dicendo corse via lungo il sentiero.

Era ormai buio pesto e Cappuccetto Biondo cominciava a temere che quel bosco così fitto non sarebbe mai finito. Ma proprio quando le sue speranze stavano per cedere vide in lontanza una stella e più sotto piccola, piccola una finestra illuminata. Era la casa della nonna.

Felice come non pensava sarebbe mai potuta essere corse, senza più sentire il peso del cesto o le gambette stanche. Corse e bussò alla porta della nonna.

Quando, dopo alcuni istanti che le sembrarono secoli, la nonna aprì, Cappuccetto Biondo lasciò cadere il cesto e le si buttò al collo. Pianse tanto per la felicità di rivedere la nonna dopo tanta fatica. La nonna l'abbracciò forte e sorrise mentre la faceva stendere su una vecchia poltrona davanti al caminetto.

Dopo aver mangiato una enorme quantità di frittelle che la nonna le aveva preparato, le raccontò del suo viaggio per arrivare da lei e di quanto avesse temuto di non arrivare in tempo e di non farcela a portare quel cesto fino a lei. La nonna la ascoltava con attenzione annuendo ogni tanto e questo fece sentire Cappuccetto Rosso grande.

La nonna le sorrise e l'accarezzò e disse:
- Ora sei al sicuro qui, ti puoi riposare. Vedi? La tua mamma nel cesto ha messo soltanto dei tuoi vestitini e le cose per la notte, passerai con me qualche giorno poi la mamma ti verrà a prendere.
- I miei vestiti? Solo questo conteneva quel cesto così pesante?
- Sì. Il mio desiderio più grande era di passare un po' di tempo con la mia nipotina e tu l'hai esaudito. Questo mi rende felice e a me non serve altro.
Cappuccetto Biondo sorrise alla nonna e rimase con lei davanti al caminetto ancora per un po' a raccontarle il suo viaggio prima di andare a letto.

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